Publikation: Lectura Dantis : Purgatorio XXVI
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Nel canto XXVI del Purgatorio, noto per l’omaggio alla memoria di due grandi poeti in volgare, Dante problematizza il rapporto tra fama letteraria e salvezza dell’anima. Sorprendentemente il canto dello stilnovista Guido Gui-nizzelli e del trovatore Arnaut Daniel è penetrato da una retorica dell’anonimità: le anime qui presenti, invece di figurare nominatamente, sembrano scomparire nel processo collettivo della purificazione. Il contrappasso riservato ai poeti riguarda il loro uso metaforico – »lussurioso« – d’immagini religiose, come il biblico ardere, da loro impiegato per parlare poeticamente della passione amo-rosa, anzi della poesia stessa. Per poter raggiungere il paradiso, i poeti sono con-dannati a rinunciare al loro uso individuale ed eretico della parola, diventando quindi stilisticamente indiscernibili. Così il ›Guido‹ immaginato da Dante è una versione ridotta dell’autore di »Al cor gentil«, mentre ›Arnaut‹ non è più ricono-scibile come un rappresentante del trobar clus. L’incontro tra ›Dante‹, ›Guido‹ ed ›Arnaut‹ prende la forma di una conversazione velata, quasi tacita, nella quale tuttavia i poeti dispiegano una retorica ancor più raffinata per affermare il valore della poesia, che sta per spegnersi nelle fiamme del purgatorio.
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ISO 690
ELLERBROCK, Karl Philipp, 2015. Lectura Dantis : Purgatorio XXVI. In: Deutsches Dante-Jahrbuch. de Gruyter Mouton. 2015, 90(1), pp. 118-138. ISSN 0070-444X. eISSN 2194-4059. Available under: doi: 10.1515/dante-2015-0006BibTex
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